I tre Mimmi
I tre Mimmi on Flickr.
Della serie: ”Gesù Cristu i fà e ru Diavulu l’accucchjia”
Tre inguaribili ottimisti, o, a scelta, tre incoscienti, tre furbastri, o ancora, soltanto tre che sono stati costretti a imparare a vivere in un mondo in cui la lotta per la sopravvivenza si fa sempre più dura. Hanno parecchie cose in comune: Intanto si chiamano tutti e tre Mimmo, Sono tutti e tre commercianti e hanno il negozio su Piazza Carrera a San Mauro Marchesato (kr). Il primo a sinistra fa il fruttivendolo, il secondo al al centro fa il macellaio e il terzo a destra fa il panettiere. Ma anche riguardo al mestiere hanno una cosa in comune: Tutti e tre sono specializzati in settori assolutamente diversi dalla loro professione. Il primo a destra, il fornaio, avrebbe potuto tranquillamente fare il sarto: Come sa usare le forbici lui, pochi nel circondario, e se provi a stargli vicino un po di più è capace di cucire, in pochi attimi, un abito intero sul corpo del malcapitato passante. Il primo a sinistra, il fruttivendolo, si potrebbe tranquillamente dare al giornalismo d’assalto: Sa sempre tutto in anteprima ma smista le news col contagocce e soltanto al migliore offerente, dosando gli omissis nella giusta dose rispetto all’ascoltatore. Quello al centro, il macellaio, è la summa degli altri due: Riesce infatti con maestria a dare il giusto “taglio alle news e alle confidenze dei primi due costruendo intorno a una notizia da niente, romanzi completi a beneficio dei clienti. Non sono nati con queste doti, hanno dovuto costruirsele nei lunghi momenti di pausa del loro commercio alquanto saltuario. Una voce, non so quanto attendibile, che gira nel paese, vuole che i nostri abbiano avuto in comune anche un sogno giovanile purtroppo non esaudito ella forma che loro avrebbero voluto: Fare i giudici! Visto però la rapidità con cui riescono ad emettere le loro sentenze, ci possiamo giurare che se fossero riusciti nel loro intento, oggi i tribunali italiani sarebbero meno intasati e il ministro Alfano avrebbe avuto un problema in meno. Nelle lunghe pause tra un cliente e l’altro si sono industriati a trovarsi un’occupazione alternativa per non morire di noia, e col tempo si sono specializzati nelle occupazioni riempitive che, visto come sono frequentati i loro “salotti”, sono diventati un’attrattiva non solo per i loro clienti. Se la “Carrera” non è ancora il “Deserto dei Tartari”, il merito è soprattutto da attribuire a loro.