IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

U Sanpaularu

“Quandu vidi u scurzuni, chiama a San Paulu.” E’ una espressione tipica di altri tempi quando era piuttosto frequente nei paesi la visita “”i du Sampaularu”“. U “Sampaularu” in altri posti chiamato “ceravularu” era l’uomo dei serpenti. Veniva molte volte in paese e girava con una cassetta piena di serpenti che a un suo fischio alzavano la testa o comunque facevano capire di obbedirgli. La gente impressionata si affidava a lui per la bonifica delle case da vipere e serpenti che in quei tempi si trovavano facilmente nei piccoli orti accanto alle case. Ed è legata a questo anche l’espressione tipicamente meridionale riferita alla gente che va in giro nelle assolate giornate estive: “Gira spasulatu intr’ u cori i du juarnu cumi nu sampaularu” Il fatto mi è ritornato alla mente quando ho saputo, nell’estate scorsa, di alcuni serpenti ritrovati nelle case del centro del paese. Era da tempo che […]

U furgiaru – U gommista i na vota

Il maniscalco (U Furgiaru) era l’artigiano che esercitava l’arte di ferrare gli equini. Il progresso ha inciso negativamente sulla sua opera e oggi la sua prestazione è molto limitata a causa delle nuove tecnologie, della comparsa di nuovi mezzi di trazione e in alcune zone interne è scomparsa del tutto. A San Mauro è rimasto soltanto Mastru Giuganni u furgiaru (Giovanni Lonetto) che continua a fornire questo servizio alle poche persone che ancora possiedono un asino o un cavallo. La ferratura consiste nel ricoprire con un cerchio di ferro l’orlo dello zoccolo per impedire che il consumo dell’unghia sia maggiore delta sua crescita ed evitare, di conseguenza, gravi danni alle delicate parti interne dello zoccolo. Inoltre, la ferratura dell’animale è di massima importanza per la sua buona conservazione in salute ed il maggiore rendimento fisico; serve anche per correggere certi difetti del piede a rendere possibile la deambulazione (il movimento […]

A tilivisioni i di Carcagnuti

Con la televisione la secolare civiltà contadina si apriva all’ignoto e questo prendeva il posto della dura realtà circostante nelle discussioni e nei ragionamenti.” Pirniciuni “Nella metà degli anni Cinquanta cambiò l’ordine sociale, che i libri chiamano civiltà contadina e il cambiamento arrivò, quasi senza accorgercene…cambiarono le abitudini, gli orari, il mobilio, le disposizioni delle camere, e in alcuni casi persino gli spazi sui balconi. E’ in questo periodo che arriva lo strumento rivoluzionario che riuscì a frantumare quello speciale equilibrio fra natura e umanità per costruire il quale era stata necessaria prima una rivoluzione nel neolitico e poi una seconda nel medioevo: la televisione. C‘era già stata la radio che aveva rotto la secolare routine della tradizione orale e aveva sconvolto il costume dei giovani rispetto agli approcci amorosi e alla semplice socializzazione. ” ” Persino gli elettrodomestici come il frigorifero e la cucina, pur rivoluzionando la destinazione spaziale […]