IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

L'invidia

Invidio tutti quelli che dicono che non tutto è perduto… Che in fondo è sempre la stessa storia… Che fanno finta che la faccenda non li riguardi… Che riescono a vederci il lato positivo… Che la speranza è sempre l’ultima a morire… Che hanno nel naso un deodorante incorporato… Che si sono dotati di uno stomaco a prova di reflusso… Che quello che li circonda è solo una degenerazione molto parziale…. Che in fondo il sistema democratico è sostanzialmente collaudato…. Che tu sei troppo pessimista e faresti bene a prenderti una vacanza… Sono soltanto un invidioso e la buona educazione che mi hanno inculcato è soltanto un paravento per nascondere questa grande invidia che mi porto dietro! In fondo, in un mondo di maleducati la buona educazione è soltanto un optional e nemmeno sempre disponibile……

L'Ombrellaru

C’è stato un tempo in cui l’ombrello era un accessorio importante della vita dell’uomo, come il cappello, il manto, e le scarpe. Un accessorio a cui erano richieste solo tre virtù: robustezza, durata, efficienza! Tutto il resto, la bellezza, i colori, l’eleganza, erano fronzoli inutili che la civiltà contadina non riconosceva come necessari. Del resto, il colore era sempre uno solo: nero! La parità dei sessi era dimostrata dal fatto che fosse unico per tutti, maschi e femmine, e la democrazia era garantita dal fatto che molto spesso ve n’era un solo esemplare disponibile per tutta la famiglia. La sua struttura era quanto di più semplice si fosse potuto inventare: un telo nero, una serie di stecche di ferro di dimensioni diverse, un anello di sscorrimento, alcuni pezzi di ferro acciaioso, e un manico di legno più o meno pregiato. Un attrezzo così povero non richiedeva un mestiere molto specialistico con attrezzature complesse […]

U Quadararu

Il lavoro del “quadararu”, come la stragrande maggioranza dei mestieri artigianali, nel passato ha avuto una grande importanza riuscendo a soddisfare tutti quei bisogni di cui una famiglia necessitava. Se si escludevano quei pochi momenti in cui la sua arte era richiesta per la realizzazione delle opere di raccolta delle acque piovane, molto spesso appannaggio delle case signorili o comunque benestanti, la sua attività principale era relativa alla produzione e riparazione di utensili casalinghi e legati alla produzione e alla conservazione dei prodotti agricoli. Gli oggetti, oltre che di rame zincata, erano anche di rame rossa come “le pompe” per irrorare i vigneti, i pescheti e altri tipi di frutta, Il lavoro veniva così svolto: su un foglio di lamiera applicava le forme per ottenere la grandezza del “quadaru” desiderato e con un bulino disegnava i pezzi; poi con una cesoia li ritagliava, li piegava, li modellava, e li saldava. […]