Il Presepe vivente 2014
Un modo per stare insieme, un modo per riscoprire il gusto di essere una comunità, comunque… Un modo per dirci l’uno con l’altro, magari soltanto con uno sguardo, che ci siamo ancora.
E nelle case vuote “i du timpuni i da Coddra” questo senso di appartenenza si grido disperato di un mondo che “deve” scomparire, che non ha futuro se non nella memoria…
E nei vicoli scoscesi di questo rione ripopolati come per incanto dalle scene di un rito ancora più antico rinasce come per magia un mondo che è stato vivo e pieno di speranze e che ora non è più…
E mentre il vociare del rito si mescola ai suoni delle zampogne risuonano nelle orecchie voci lontane di donne meravigliose che richiamano i bambini al fuoco del camino, o il rumore degli zoccoli animali, e delle scarpe chiodate dei loro padroni, che risalgono l’irto come l’ultima delle loro penitenze di quel giorno,,,
Salire e scendere l’irto con le stradine che simmetricamente si dipanano come rami di un abete silano, diventa un modo per cercare con gli occhi della memoria tutti i possibili nascondigli dell’ammucciateddra; tutti gli scalini più larghi per contenere quella comunità di bambini orfani della televisione ma ricchi delle immagini fantastiche dei racconti al focolare.
Sono nella testa i suoni, i rumori, i profumi, i nomi, le figure, le ombre di un mondo in cui la realtà si confondeva con la fantasia in un continuum senza margini di separazione… Un mondo del “poco”… nel bene… ma anche nel male!