IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

Tutte donne… o quasi

  Ancora una delle foto della serie antropologica: Qui, con l’esclusione dei due bambini in primo piano, il gruppo è composto di sole donne, tutte giovanissime o addirittura bambine. E’ una foto che io ritengo eccezionale anche dal punto di vista documentale: pochi fotografi documentaristi si possono vantare di aver messo insieme così tante donne in una fotografia degli anni 50 e in un paese del Sud in modo particolare. Chi ha scattato e organizzato la fotografia, (molto probabilmente un prete) doveva avere un intento che solo alcuni grandi fotografi sardi o antropologi come Lombardi Satriani potevano avere. E’ grazie alla sua lungimiranza che possiamo oggi vedere il nostro passato senza il filtro degli sfondi finti dei fotografi ambulanti o il vestito buono della domenica indossato apposta per la posa. In ogni caso, per tutti noi può essere un meraviglioso e utile attestato di appartenenza, un modo per uscire dall’anonimato della grande storia […]

Scorci nascosti

Ci sono scorci di San Mauro che hanno qualcosa di magico sempre, ma in alcuni momenti, quando la luce del sole li coglie secondo particolari angolazioni, diventano anche visioni irripetibili di situazioni emozionali difficilmente descrivibili con il limitato bagaglio di parole disponibili. Riverberi di scene viste in film famosi, immagini di letture dimenticate, scene di sogni ad occhi aperti che raccontano di cortili nascosti e di spazi di intimità aperti però su orizzonti sconfinati. Avere il tempo e la possibilità di raccontarli in sequenze di luce diverse sarebbe anche un modo di raccontare un paese diverso dal solito è lontano dalle immagini stereotipate della cartoline paesaggistiche. C’è un paese delle case, c’è un paese delle persone ma c’è anche un paese delle emozioni di cui ognuno di noi ha il privilegio dell’esclusiva e del copyright.  

A vineddra

Ancora una delle foto “Antropologiche”. Una di quelle foto dove forse è più evidente la caratteristica fondamentale delle comunità rurali dove lo spirito di gruppo era il motore della sopravvivenza. “A vineddra” non era soltanto l’indirizzo postale ma il crogiolo di una serie di rapporti che travalicando quelli familiari si intersecavano sul tracciato del bisogno e della solidarietà. Non avevi bisogno di congelare niente delle piccole cose necessarie per cucinare: Quello che non avevi in casa lo aveva sicuramente “a cummari Peppina” e se avevi finito l’olio per quel giorno “Anciuluzza facìa nu sacrificiu” . Certo non era tutto rose e fiori; l’agiografia del ci volevamo tutti un mondo di bene può servire a scrivere romanzi o nei ricordi di Facebocco ma non per ricostruire la storia sociale di un paese. Gli attriti però erano ben nascosti dietro il paravento del rispetto e delle necessità imposte da un’economia di sussistenza […]