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C'E' SEMPRE UN MODO DIVERSO DI VEDERE LA REALTA'

Mi piacerebbe che ….

“ Mi piacerebbe che…. ”

Mi piacerebbe che la sinistra ritornasse a studiare le dinamiche della società globale per prepararsi a governarle piuttosto che subirle.
Mi piacerebbe che la sinistra tornasse a rappresentare se stessa senza inseguire fantomatici centri che sono solo la moderna rappresentazione del qualunquismo.
Mi piacerebbe che la sinistra tornasse a parlare un linguaggio accessibile a tutti.
Mi piacerebbe che la sinistra rappresentasse i più umili e non solo i più colti.
Mi piacerebbe che la sinistra contrapponesse alla nullità dei contenuti, spacciate per paese di Bengodi, delle proposte serie e concrete.
Mi piacerebbe che la sinistra non si lasciasse irretire nelle provocazioni sapientemente confezionate dai geni della comunicazione al servizio del governo.
Mi piacerebbe che la sinistra vivesse i valori storici dell’eguaglianza e della tutela del più debole come obiettivi nobili ed ambiziosi e non come un ingombrante fardello di un passato di cui vergognarsi.
Mi piacerebbe che gli intellettuali italiani che si dichiarano di sinistra contribuissero a sostenere e legittimare l’azione politica, già di suo molto scarsa, degli oppositori del regime pazzesco in cui stiamo vivendo.
Mi piacerebbe che i massimalisti, tra una manifestazione ed uno spot, provassero ogni tanto a farsi il mazzo come qualche missionario cattolico senza volto e senza nome.
Mi piacerebbe che fosse consentito rivendicare con forza ed orgoglio l’aver militato in una grande forza democratica quale è stato il PCI, che ha dato un contributo decisivo alla liberazione dal nazifascismo ed alla costruzione dell’Italia repubblicana.
Mi piacerebbe che la sinistra trovasse il tempo di elaborare una strategia per abbattere il muro sempre più alto tra la società civile” e la politica.
Mi piacerebbe che la sinistra trattasse i disobbedienti di professione (tipo Casarini) in disperata caccia di telecamere ed interviste, per quello che sono:
“rivoluzionari dei giorni di festa”.
Mi piacerebbe vivere in una sinistra dove una minoranza, quali sono i cattolici praticanti, pesassero da minoranza.
Mi piacerebbe che i leaders ulivisti, nei ritagli di tempo residuali all’alta ingegneria costituzionale che tanto li appassiona, provassero a convincere gli elettori sulla base di un programma concreto e fattibile.
Mi piacerebbe che l’appartenenza alla sinistra si basasse su comportamenti quotidiani conseguenti.
Mi piacerebbe che nella sinistra i vecchi tornassero a fare i saggi e lasciassero ai giovani il compito di crescere e sbagliare.

Forse sono troppo idealista…
forse…
ma sono comunque d’accordo con chi,
parafrasando Churchill, dice dell’“Ulivo:
“è la peggior soluzione, escluse tutte le altre” .

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