IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

Niente di nuovo…Madama Dorè

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[21/4/2008]

 

“Curnuti e mazziati”… o, in modo molto più volgare ma sicuramente più efficace,…”Ccu ru culu ruttu e senza cirasu”.
E’ questa la condizione del popolo Calabrese da sempre.
Solo che nei tempi passati, la politica ci usava la gentilezza di farci sentire questa condizione come una condizione temporanea, lasciandoci l’illusione che un giorno, magari un giorno lontano ma sicuramente un giorno, questa condizione poteva essere ribaltata.
E così, il popolo calabrese ha vissuto più di 150 anni nella condizione di cui sopra come in trance in attesa di tempi migliori.
Si sono susseguiti i governi, sono cambiate le alleanze, ci sono state anche delle mezze rivoluzioni di mezzo, ma la “maledizione del Principe di Lampedusa ha sempre dettato l’agenda delle soluzioni per il Sud, e per la Calabria in particolare.
Quello che il Principe non poteva prevedere ha reso la situazione ancora più umiliante per la nostra terra:
Adesso non sono più i Piemontesi a far girare il “cetriolo” sempre verso l’ortolano… adesso ci pensa la manovalanza politica che i Piemontesi si sono allevata al Sud! Manovalanza, che come gli antichi esattori dei signori di Napoli pensa solo al proprio tornaconto personale e a tenere ben stretto quel subalterno ruolo di potere che i potentati moderni gli concedono di svolgere in cambio del controllo sul territorio.
Senza quindi neanche la consolazione di poter inveire contro il nord sfruttatore e con la scoraggiante costatazione che in fondo se la situazione è questa, la colpa è comunque nostra.
Nel nuovo millennio la situazione è ulteriormente cambiata:
Adesso anche le illusioni diventano un lusso troppo costoso perchè chi ha le effettive leve di comando possa pensare di elargirle a buon mercato!
Ed ecco che ci pensa il Ministro Mattioli a riportare con i piedi per terra il popolo illuso e i “guardiani” locali illudenti:
“Sulle Ferrovie bisogna fare alcune riflessioni. Ci sono linee in perdita, ma con un aspetto di socialità che deve essere considerato. In alcuni casi, però, il buon senso dice che è meglio chiudere. Può reggere una tratta come la Reggio Calabria – Bari che costa oltre tre milioni all’anno per trasportare 32 passeggeri per treno? Si fa prima a regalare ad ogni viaggiatore un’auto di lusso”.
Con tanti saluti ai grandi progetti della metropolitana leggera dell’On. Sulla, con tanti ossequi ai sogni di una Crotone al centro del Mediterraneo del Presidente Iritale, con tante sberle agli onorevoli di minoranza e maggioranza che ancora discutono di dorsale Jonica.
Questa conclusione del Ministro Mattioli, che ha fatto gridare allo scandalo quelli che di mestiere fanno ormai soltanto questo, per poi complimentarsi, nel chiuso degli uffici ministeriali sulla sacrosanta verità che “sua eccellenza ha saputo ancora una volta così bene evidenziare”; questa conclusione, dicevamo, non ha fatto invece nessun effetto su quelle persone che da anni ormai sanno qual è la situazione reale oltre la cortina fumogena che i guardiani del potere mantengono sul meridione.
E la situazione è quella di una tratta ferroviaria che non serve nessuno degli interessi economici dominanti:
Il porto principale è sulla costa Tirrenica.
Il nodo ferroviario principale è sulla costa Tirrenica.
Il polo industriale di Crotone è soltanto un ricordo.
Lo sviluppo turistico della costa Jonica è soltanto una chimera.
Il serbatoio di manodopera a buon prezzo si è svuotato o comunque subisce la concorrenza degli extracomunitari.
E allora, se la situazione è questa, a che dovrebbe servire una linea ferroviaria moderna sulla costa Jonica?Certo in una situazione normale la risposta sarebbe quella che lo sviluppo di un territorio non può avvenire solo sulla base di un tornaconto economico.In una situazione normale si potrebbe far riflettere il Ministro sul fatto che non è lo sviluppo che crea le sovrastrutture ma esattamente l’inverso.
Ma in una situazione normale la 106 sarebbe già finita da un pezzo, l’autostrada del sole finirebbe a Reggio Calabria e non a Caserta, il ponte di Messina sarebbe solo un’ipotesi di scuola… il Presidente Loiero sarebbe in seduta permanente insieme con tutti gli Onorevoli Calabresi di maggiornaza e opposizione, i Vendoliani e i Ferreriani sarebbero insieme con i Pdicciani e i Verdiani in piazza a gridare allo scandalo, gli intellettuali Calabresi rifiuterebbero tutti i riconoscimenti tributati da questo stato padrone, ma … in una situazione normale!!!!!!