Quando il silenzio racconta molto di più delle parole.
” Il silenzio assordante dei DS di San Mauro. “
San Mauro vanta ormai una serie di record, alcuni dei quali non proprio positivi e non è proprio il caso di ricordarli con una litania che alla lunga potrebbe risultare anche noiosa.
Del resto, sono sotto gli occhi di tutti, anche di coloro che amano viaggiare lungo le nostre strade con gli occhi coperti da grosse bende, lo sanno anche loro… anche se, per ovvi motivi, non lo confesserebbero a voce alta nemmno sotto tortura.
La canzone più conosciuta dalle nostre parti, quasi il nostro inno, è diventata da molto tempo quella che Enzo Jannacci e Dario Fo si ostinano ad intonare quando sono preda dello sconforto:
“E sempre allegri bisogna andare,
che il nostro piangere fa male al Re
ecc. ecc.
Se dici che tutto va bene, non ti fai nemici, e risulti persino simpatico a chi vede nel tuo ottimismo una giustificazione per le sue inefficienze e le conseguenti crisi di rimorso.
Ma se questo va bene, o almeno è appena coprensibile per il semplice cittadino, la cosa si complica quando la strofa la intonano i partiti e le istituzioni.
La situazione diventa addirittura paradossale, quando i partiti nemmeno cantano… stanno in religioso silenzio.
Se poi a osservare la regola del silenzio monacale sono i partiti di opposizione, allora siamo proprio al blasfemo e basta.
Infatti, se è nell’ordine delle cose che chi governa sia contento del suo operato, almeno in pubblico, non si capisce quali motivi di soddisfazione possano trarre dall’operato di questa amministrazione i partiti dell’ “opposizione”.
Ed è del tutto evidente che le virgolette che rinchiudono la parola “opposizione” in questo testo, non sono del tutto casuali.
Perchè e del tutto evidente che non ha senso chiamare OPPOSIZIONE quella che emerge dal silenzio solo quando il Sindaco osa aprire bocca per vantare i risultati del suo operato.
Perchè non ha senso chiamare OPPOSIZIONE quella che in due anni e mezzo non è stata in grado di sfornare un solo documento politico programmatico degno di questo nome che potesse dare l’idea di una possibile idea alternativa di governo della cosa pubblica.
Perchè non ha senso chiamare OPPOSIZIONE quella che riesce ad organizzare solo feste e cene e, almeno per le feste, ad un livello uguale o addirittura inferiore alle estati Sammauresi del “Sindaco”.
Perchè non ha senso chiamare OPPOSIZIONE quella che paga l’affitto di una sezione solo per poter esporre il simbolo al balcone. Si potrebbe ottenere lo stesso effetto pagando la tassa di affissione al comune.
Perchè non ha senso chiamare OPPOSIZIONE quella che non sente più le lamentele dei cittadini e agisce solo dietro opportune stimolazioni. Questo, se qualcuno non l’avesse ancora capito, è il ruolo della maggioranza… e la maggiornza che i cittadini hanno eletto è un’altra.
Ed è del tutto evidente che quando parliamo di “opposizione” non ci riferiamo a quelle persone che i cittadini, con il loro voto, hanno delegato a questo ruolo ingrato.
E’ anche evidente, di conseguenza, che sono da ritenere gratuiti tutti gli attacchi che questa pseudo “opposizione” ha portato alle affermazioni avventate del Sindaco: solo chi sta fermo non sbaglia, ma chi sta fermo non si può arrogare il diritto di criticare chi si muove e sbaglia.
Ma la situazione potrebbe avere altre possibili spiegazioni o motivazioni oltre a quella che abbiamo lasciato trapelare fino ad ora e relativa alle capacità organizzative dei dirigenti politici.
Si potrebbe infatti pensare a possibili prove generali di Partito Democratico.
In una ipotesi del genere, il silenzio sarebbe funzionale al disegno di un PD che, superando le diffidenze e i distinguo registrabili in un eventuale confronto alla luce del sole, stia nascendo nei fatti mettendo gli aderenti ai DS di fronte al fatto compiuto che potrebbe anche fare a meno di operazioni di ratifica.
Già me lo immagino un consiglio comunale con la maggioranza del PD, il “Sindaco” di AN e l’opposizione, finalmente anche ufficialmente,.. inesistente.
Se non fosse tragica, si potrebbe anche sorridere come di fronte ad una barzelletta.
Ma, almeno per quanto mi riguarda, le barzellette, se ne ho voglia, preferisco ascoltarle e, come tutti, credo, non vorrei esserne mai il protagonista.
Mala tempora currunt, ppe nuautri.