Sul molo
Sul molo on Flickr.
Negli anni 80, in una delle prime mostre di pittura organizzate nel castello di S. Severina, forse la prima in assoluto, tra le altre opere rimasi estasiato da quella di un pittore di cui non ricordo neanche il nome.
Erano soltanto due blocchi di cemento di quelli che vengono usati come frangiflutti, visti in prospettiva dal basso stagliati contro il mare in un paesaggio notturno.
Il colore del cemento che si fondeva con il colore del mare e del cielo non impediva ai due blocchi di stagliarsi con prepotenza sull’abisso marino, delineando un confine metafisico tra la realtà della pietra e la profondità dell’orizzonte visibile.
Avevo la sensazione, guardando quel quadro, di quanto fosse labile l’ancoraggio che mi legava ai due blocchi rispetto al richiamo irresistibile del precipizio che riuscivo a scorgere.
Ma, nello stesso tempo, ero esaltato dall’essere passeggero di una zattera così imponente, in un mare così oscuro e minaccioso, ma anche così irresistibilmente attraente nel suo confondersi con il cielo.
Ogni volta che mi ritrovo su un molo difeso da blocchi di cemento, o comunque in posti dove la “materia artificiale” si staglia nettamente al confine col cielo e con il mare, cerco di riprodurre quel colore del quadro… Qell’atmosfera…. Quelle domande…..
Ma, forse, il quadro è soltanto una scusa per non dover giustificare una curiosità ancestrale dai risvolti molto meno ludici di un esercizio fotografico.