IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

E la chiamano estate…2

Condividi

[5/8/2006]  

Ieri sera il caldo era opprimente e la nottata si preannunciava di quelle con il cartello “vietato dormire”. La voglia di andare su Monte Fuscaldo a sentire i “Briganti e Kalamu” era tanta ma le forze inversamente proporzionali.
Abbiamo deciso di fermarci a vedere lo spettacolo programmato dall’estate Sammaurese per la serata.
Le prime avvisaglie erano promettenti… amplificazione e luci, tecnici dall’aspetto professionale, strumentisti che provavano e riprovavano con atteggiamento di competenza, e poi l’idea di potersi sedere in un angolo con un po’ di vento, non era certo da scartare a priori.
Verso le 22.00 il presentatore con tanto di valletta dava inizio allo spettacolo promettendo oltre alla musica, anche tante risate e ricchi premi per tutti offerti da una nota casa di abiti da sposa.

I premi non ci interessavano, ma la prospettiva di ascoltare della buona musica e farci quattro risate, ci invogliava a restare anche dopo aver sentito i primi pezzi che sapevano di molto arrangiato.

A un certo punto dello spettacolo è stato chiamato l’ospite d’onore: un famoso cantautore crotonese il cui nome non ricordavamo sicuramente per nostra ignoranza. La prima canzone aveva un refrain che faceva più o meno così:

“cum’è bellu u mari i Cutroni,

atricà Rimini e Riccioni”.

Vi lascio immaginare il resto…

Dopo aver non poco penato per trovare la base, ha finalmente cantato la sua ultima fatica poetica dal titolo:

“Quanti cosi bboni ca si mancianu a cutroni”.

Il resto questa volta viene da sé, non vi dovreste nemmeno sforzare di immaginarlo.

Meno male che ci hanno pensato i comici che dando fondo a un turpiloquio da bettola degradata hanno strappato le risate di grandi e piccini a suon di doppi sensi sessuali in tutte le salse.

Non posso raccontarvi altro, se non i commenti di coloro che hanno preferito trascorrere altrove la loro serata.

Il bello che mentre tentavo di resistere per vedere se al fondo poteva esserci una fine, mi chiedevo come doveva sentirsi il Sindaco presente in piazza nel vedere che razza di spettacolo gli aveva rifilato questa volta la Provincia.

Manco a farlo apposta c’è lo ha spiegato lui in persona.

Le sue parole mi hanno sollevato: non era stata la Provincia questa volta a fargli uno sgarbo ma era stata la sua tenacia e la sua passione per questo spettacolo che, dopo due anni di “annusamenti” gli aveva permesso finalmente di portarlo a San Mauro.

Non solo, ha pure detto che questo spettacolo rappresentava il vertice di un crescendo che concludeva degnamente “l’estate Sammaurese”.

E’ proprio vero che al peggio non ci si riesce a farci il callo, quando ti sembra di aver raggiunto proprio il fondo, c’è sempre qualcosa che ti fa ricredere.

E si! Perché noi avremmo voluto scrivere invece al presidente Iritale per dirgli che se proprio deve finanziare questo genere di spettacoli se li programmi nelle sue piazze cittadine ed eviti di mandarli in giro per i paesi. Se proprio deve finanziarli, dicevamo, anche perché non ci sembra giusto che i nostri soldi vengano buttati così sfacciatamente nella pattumiera.

Ma, tantè, adesso il Presidente Iritale potrebbe risponderci:

“Ma come, proprio il genere di spettacolo che piace di più al vostro Sindaco?

A margine di questo bonario sfottò, c’è però un fondo amaro di verità:

Da anni ormai, l’estate provinciale si riduce a pochi momenti di autentico spettacolo a beneficio di pochi, e a tante accozzagli di “nani e ballerine” a beneficio dei molti…Fessi.

Siccome sappiamo…, o speriamo…, o vogliamo fortemente sperare, che le parole del Sindaco erano solo parole di circostanza, dette più per buona educazione e dovere di ospitalità, che per amore di verità, lo invitiamo, per l’anno prossimo, a rifiutare questi avanzi con decisione, senza paura di dover giustificare una serata in meno.

Del resto, i nostri ragazzi, Franco, Alessio, Nuccia e Luigi, i ragazzi della compagnia teatrale, la nostra banda musicale, e tutti gli altri che a San Mauro si dilettano nella musica e nello spettacolo in genere, sono sempre riusciti a divertirci lo stesso, soprattutto in modo civile ed educato, e cosa di questi tempi non trascurabile, con molti meno soldi e meno “annusamenti”.