IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

Ho visto

Ho visto gente per lustri dormire svegliarsi adesso e magicamente gridare. E a te che in quei lustri hai gridato Ti dicono complice di quelli che hanno rubato! Ho visto gente arraffare di tutto senza vergogna e in testa ai cortei adesso mettere gli altri alla gogna. E a te che predicavi di un avvenire di onesti Ti dicono pavido, proprio loro, i disonesti! Ho visto gente applaudire convinta La stessa di ieri, oggi é incazzata e scontenta, E a te che gridavi “Abbasso i padroni” Ti dicono di destra… loro… i ladroni! Ho visto gente cambiare partito come puttane adesso mostrarsi al mondo come vestali romane. E a te che hai pensato, prima di tutto coerenza, Ti dicono colpevole di tutta questa indecenza! Ho visto gente che rideva di noi, sognatori e idealisti Scoprirsi adesso in un mondo di opportunisti. E a te che riempivi di fiori i loro […]

Ma noi c’eravamo…

E’ come se il tempo potesse decidere di ritornare su se stesso in un momento preciso della nostra vita; un momento di cui niente è rimasto nella nostra memoria fisica e di cui niente avremmo mai potuto immaginare fosse rimasto di recuperabile anche nei ricordi di coloro che ci hanno visto crescere quando ancora non capivamo quello che ci succedeva intorno. Poi qualcuno, una persone che non ti conosce neanche, ti regala la possibilità di scannerizzare una fotografia che appartiene al suo passato. Un passato che niente al mondo avrebbe mai messo in relazione con il tuo… niente! E invece sulla fotografia compare la sagoma di un bambino che è l’esatta riproduzione dell’immagine che io ho di me stesso ben impresso nella memoria… e accanto emergono altri bambini di cui non ricordavo nemmeno l’esistenza e altri che solo grazie a facebook ho rivisto dopo una intera vita. Non ricordo niente […]

Eccuticci

Eccuticci c’ha d’arrivatu! Eccuticci, u sapija d’ija ca prima o pua niscjva fora su discurzu! Eccuticci, ma sintiva ca succidjia ra cosa! Quando stamattina ho sentito Mimmo che si faceva sfuggire questa esclamazione mi so affrettato a trascriverla: fa parte di quelle esclamazioni tipiche della lingua delle nostre nonne in modo particolare. Inutile provare a spiegare il significato o l’origine etimologica che si perde nei meandri del crogiolo di civiltà che ci hanno fecondato. Era una esclamazione conclusiva che non ammetteva repliche, un modo per dire che qualsiasi altro discorso sarebbe stato inutile: Era la certificazione che un fatto era avvenuto e niente poteva intervenire per cambiarlo. Prova ne sia che l’esclamazione non faceva parte di conversazioni pacifiche ma solo di discussioni alterate o considerazioni sconsolate. Mi sembrava giusto registrarla prima di perdersi nell’oblio delle “cose inutili”.