IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

U furgiaru – U gommista i na vota

Il maniscalco (U Furgiaru) era l’artigiano che esercitava l’arte di ferrare gli equini. Il progresso ha inciso negativamente sulla sua opera e oggi la sua prestazione è molto limitata a causa delle nuove tecnologie, della comparsa di nuovi mezzi di trazione e in alcune zone interne è scomparsa del tutto. A San Mauro è rimasto soltanto Mastru Giuganni u furgiaru (Giovanni Lonetto) che continua a fornire questo servizio alle poche persone che ancora possiedono un asino o un cavallo. La ferratura consiste nel ricoprire con un cerchio di ferro l’orlo dello zoccolo per impedire che il consumo dell’unghia sia maggiore delta sua crescita ed evitare, di conseguenza, gravi danni alle delicate parti interne dello zoccolo. Inoltre, la ferratura dell’animale è di massima importanza per la sua buona conservazione in salute ed il maggiore rendimento fisico; serve anche per correggere certi difetti del piede a rendere possibile la deambulazione (il movimento […]

A tilivisioni i di Carcagnuti

Con la televisione la secolare civiltà contadina si apriva all’ignoto e questo prendeva il posto della dura realtà circostante nelle discussioni e nei ragionamenti.” Pirniciuni “Nella metà degli anni Cinquanta cambiò l’ordine sociale, che i libri chiamano civiltà contadina e il cambiamento arrivò, quasi senza accorgercene…cambiarono le abitudini, gli orari, il mobilio, le disposizioni delle camere, e in alcuni casi persino gli spazi sui balconi. E’ in questo periodo che arriva lo strumento rivoluzionario che riuscì a frantumare quello speciale equilibrio fra natura e umanità per costruire il quale era stata necessaria prima una rivoluzione nel neolitico e poi una seconda nel medioevo: la televisione. C‘era già stata la radio che aveva rotto la secolare routine della tradizione orale e aveva sconvolto il costume dei giovani rispetto agli approcci amorosi e alla semplice socializzazione. ” ” Persino gli elettrodomestici come il frigorifero e la cucina, pur rivoluzionando la destinazione spaziale […]

U mundu n’casa

A un certo punto però anche Pirniciuni perde il suo potere attrattivo, sono gli anni 60 e sempre più spesso una parte dei primo guadagni che l’edilizia sta portando nelle case degli ex braccianti agricoli, viene destinata all’acquisto della televisione. Don Carlo e Ntoni i Mastru Linardu cominciano a riempire le loro “”Putighe”” di apparecchi televisivi, di trasformatori, di antenne, e di tavolini con le ruote e a doppio scomparto: uno per il trasformatore e quello superiore per l’apparecchio vero e proprio. L’oggetto non possedeva nessuna caratteristica particolare che lo rendesse più attraente dei prodotti artigianali locali, di gran lunga più elaborati e raffinati nella forma, tanto che non si sapeva come e dove sistemarlo, perché la sua presenza alterava l’ordine delle poche cose indispensabili, che arredavano una casa, seguendo regole d’armonia e d’equilibrio, proprie della sopravvivenza. ” ” Sempre più frequenti, nei primi tempi, cambi continui di posti, sulla […]