IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

A rasa, a rasa!

Quante volte ce lo siamo sentiti ripetere da bambini e in un mondo in cui l’unico pericolo poteva venire dai muli e dai ciucci che, tra l’altro, erano sempre troppo carichi e stanchi per pensare di deviare dal loro percorso al centro della strada. Eppure il grido era sempre l’ultimo prima di superare la porta di casa, immancabile sulla bocca della madre: A rasa, a rasa figghjiarì. Che poi per le signorine era anche a doppio senso: voleva dire non soltanto di camminare accanto al muro, ma soprattutto di non scantonare in percorsi non voluti o non visibili. Era una forma del riga dritto che si applicava alle ragazze riguardo alla possibilità di dare confidenze ai ragazzi, ma che aveva un valore ancora più simbolico nei confronti dei ragazzi che si affacciavano alla vita e che sulla bocca del padre diventavano anche: Allineati e coperti! Statti vurpignu, U durmiri! L’elemento […]

Africa tra noi

L’Africa è vicina C’è stato un tempo in cui l’Africa non era poi così lontana dal Marchesato Crotonese, come molti, oggi, sarebbero indotti a pensare. E’ vero, c’era di mezzo il mare, e gli aerei non erano ancora utilizzati per viaggi di piacere come nel nostro tempo, ma la vicinanza di cui parliamo non è certo quella geografica, che quella, se non per le spinte tettoniche a cui siamo soggetti, non è cambiata in modo evidente. Ci riferiamo infatti ad una vicinanza di tipo sociale, economica e per molti versi antropologica che in molti casi non è ancora molto cambiata. Erano gli anni in cui le cose che ci avvicinavano all’Africa erano molte di più di quelle che ci distinguevano; se erano diverse la religione, l’appartenenza a una nazione occidentale, e alcune tecniche di produzione, non certamente molto diverse erano le condizioni di vita del popolo di San mauro. Ci […]

A tilivisioni i di Carcagnuti

Con la televisione la secolare civiltà contadina si apriva all’ignoto e questo prendeva il posto della dura realtà circostante nelle discussioni e nei ragionamenti.” Pirniciuni “Nella metà degli anni Cinquanta cambiò l’ordine sociale, che i libri chiamano civiltà contadina e il cambiamento arrivò, quasi senza accorgercene…cambiarono le abitudini, gli orari, il mobilio, le disposizioni delle camere, e in alcuni casi persino gli spazi sui balconi. E’ in questo periodo che arriva lo strumento rivoluzionario che riuscì a frantumare quello speciale equilibrio fra natura e umanità per costruire il quale era stata necessaria prima una rivoluzione nel neolitico e poi una seconda nel medioevo: la televisione. C‘era già stata la radio che aveva rotto la secolare routine della tradizione orale e aveva sconvolto il costume dei giovani rispetto agli approcci amorosi e alla semplice socializzazione. ” ” Persino gli elettrodomestici come il frigorifero e la cucina, pur rivoluzionando la destinazione spaziale […]