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Laboratorio Marchesato

” Elemosina oggi “Cose che capitano ai semafori

Sono dentro la mia autovettura sotto il rosso di un semaforo di Crotone centro. Mi sottopongo all’ineluttabile attesa del verde, mentre con le dita scandisco il ritmo del brano che diffonde l’autoradio. Sono le sette e un quarto. Decido di guardarmi intorno sfidando me stesso in una eccitante gara: trovare, in quelle prime ore del mattino, qualche automobilista dalla faccia rilassata e gradevole, ci tento! Il primo della fila, è da manuale: dopo essersi guardato e riguardato intorno controllando se è proprio lui che detiene la pole position, si esibisce in nevrotici contorsioni cervicali per tenere sotto controllo i colori del semaforo. Una donna, non più giovanissima, con un indomabile “timbro da cuscino” fra i capelli, è la seconda della fila; tiene nervosamente la mano sul clacson, pronta a strombazzare l’automobilista che la precede qualora non dovesse fare un avvio alla Barrichello all’arrivo del verde! ” ”
L’automobilista che mi segue è da panico: è alle prese con il primo diverbio della giornata con la moglie, mentre il figlioletto, inginocchiato sul sedile posteriore, fa le smorfie al bambino della macchina a fianco. Condizionato dal diverbio coniugale accelera e gesticola concitatamente, mentre continua a cambiare marcia ad autovettura ferma; I fumogeni dei più convulsi cortei sessantottini nulla erano in confronto a ciò che nervosamente spruzzava il suo tubo di scappamento. In quella auto stava accadendo tutto ciò che è stato minuziosamente trattato nell’ultimo convegno internazionale sull’ incomprensione tra coniugi. Concludo col convincermi che di primo mattino è un’impresa trovare un’autovettura dove alberghi la docilità, o qualcuno sulla cui faccia puoi leggere “la vita è bella!” Mi proclamo sconfitto e decido di abbandonare la sfida.
Intanto il tranquillo tamburellare delle mie dita richiama la concorrenza: le nocche di una ragazza senza tempo percuotono il vetro del mio finestrino . Toc, toc, toc. Ad un primo, frettoloso, ma ( ebbene si, confesso!) infastidito sguardo, non so valutarne l’età: forse dieci , forse quindici ; comunque, “che importanza ha, mi chiedo,vediamo cosa vuole”. Con imperturbabile sicumera, a cui aggiunge amabilmente q.b. di noia, mi chiede se ho qualche centesimo da darle. La postura della mano, per niente pietosa , il frenetico sguardo rivolto verso il successivo automobilista in attesa, e quella gomma sotto i denti, non mi danno per niente il concetto della pietà, della comprensione, dell’elemosina, anzi!
Invece di risolvere l’amletico dilemma della risposta da darle in tempi ristretti, mi ritrovo, senza volerlo, a disquisire, con la mia coscienza in tumulto , sul significato di “elemosina oggi”! A finestrino rigorosamente serrato “squadro” la postulante gitana. Porta con spontanea disinvoltura un jeans di velluto a coste ben aderente; le maniche di un discreto maglione le avvinghiano i fianchi annodandosi elegantemente su un ventre scoperto, proprio come fanno adesso le ragazze alla moda. Dò fondo al mio patrimonio di umanità varia e sorvolo, anzi perdono quella innocente forma di sex appeal , che nulla ha da spartire con la miseria; perdono anche quella mano e gli orecchi i cui monili tradiscono la supposta indigenza. La generosa comprensione arriva fino alle belle scarpette da tennis etc… . Ma quello che mi dà l’ispirazione per una bella chiacchierata fra me e me, sul tema “l’elemosina oggi”, è l’espressione del viso di quella ragazzina elemosinante . Mi rendevo conto di non scorgere su quel viso gitano, tracce della dignitosa sofferenza dei timidi bisognosi ; tutt’al più si poteva notare un’esuberante sicumera. Immerso in questi istintivi sentimenti mattinieri, esaurisco tutto il tempo a mia disposizione per la risposta sulla richiesta di carità; difatti, con cronometrica precisione e frenetica celerità, mi giunge dalla ragazza senza tempo un messaggio facciale dalla lettura inequivocabile! Un’espressione che il più ingenuo dei non udenti avrebbe tradotto in un sicuro “…ma chi se ne frega!”
Cosi, con il mio senso di pietà messo fortemente alla prova, vengo inesorabilmente abbandonato dalla ragazzina. Si allontana dalla mia auto rimettendosi in ordine i lunghi capelli con un elegante volteggio della testa che nulla aveva da invidiare alla De Neuve quando dice: “oui, je suis Catherine De Neuve”.
Sono certo che l’automobilista che mi sta dietro, consapevole di essere la vittima di turno della postulante, non abbia mai pregato tanto affinché un semaforo cambiasse colore! Non è stato esaudito! Aggiusto lo specchietto per guardarlo attentamente: ha gli occhi vitrei, si esibisce in una pietosa performance di naturalezza. Senza ottenere il risultato sperato, sfoggia la maschera del più angustiato fra gli italiani. In pratica mette in campo tutte le strategie per sembrare uno che non ha capito di essere il “cliente” di turno della moderna elemosinante. Mentre la ragazza senza età, irrefrenabilmente si avvicina a lui, il malcapitato incomincia ad indispettirsi per l’inefficacia delle tante strategie dissuadenti messe in atto, difatti la ragazza non si astiene!
Lo sventurato autista tenta di rendere credibile la sua spontaneità volgendo lo sguardo altrove, mentre il vetro del finestrino sembra alzarsi a sua insaputa. Poi accende l’unica sigaretta messa in bella vista sul cruscotto, proprio quella sulla quale aveva fatto solenne giuramento di tenerla sempre spenta! Ma ecco che le nocche della postulante, inesorabilmente, arrivano prima dell’agognato verde. Parte la richiesta dei centesimi e con essa il cronometro che scandisce il tempo per la risposta. Per l’infelice, mancato stratega della disinvoltura, è arrivata l’ora di dare qualche cenno di vita. Così attiva il pollice e l’indice raffigurando la tipica forma della pistola, ma poverino non voleva spaventarla; voleva solo farle capire, roteando vorticosamente quelle dita, e mostrando portafogli e posacenere vuoti, che non c’era trippa per gatti! Non posso giurare sulla sincerità della risposta, data meritevolmente nei limiti di tempo concesso, ma è certo che all’arrivo del sospirato verde la giornata ha annotato qualche centesimo perso per la sedicente bisognosa, ed un fumatore in più! Nego di voler essere profetico, ma finita l’era dell’elemosinare da sincero elemosinante e, andando avanti di questo passo, è facile immaginare un futuro fatto di una miriade di “robottini” gitani, cinti da una vistosa fascia rossa, i quali svolazzando freneticamente intorno alle auto dei nostri nipoti, saranno prontissimi a schizzare un pò d’acqua “color paglia” se, nei ristrettissimi tempi concessi, non verrà loro offerto l’obolo preteso da strane voci metalliche .

30/10/2006
Masino medaglia” U vennari di marzu ”