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Laboratorio Marchesato

“ L’antipatia della Sinistra ”

Se non si diventa simpatici non si vince! (sic!)

Sembra che lo sport nazionale di quest’ultimo periodo sia diventato quello di chi riesce a far diventare la Sinistra più simpatica.

Il tutto è nato dalla pubblicazione del nuovo e spietato saggio di Luca Ricolfi , “Perché siamo antipatici. La sinistra e il senso comune”, in uscita l’8 settembre da Longanesi.

Da quel momento è stato tutto un susseguirsi di interventi mediatici su quanto Ricolfi avesse ragione e sul come porvi rimedio.

E’ ovvio che qualsiasi altro intervento sul tema, e quindi anche questo, può a buon diritto essere considerato come un ulteriore tentativo di intromettersi nella gara nazionale, ma preferisco correre il rischio, ponendomi però in una squadra perdente.

La squadra perdente è quella di chi pensa che l’essere antipatici non è poi un male così terribile, soprattutto se per essere simpatici bisogna vendere l’anima al diavolo.

Il tema secondo me, infatti, non è tanto l’essere simpatici o antipatici, quanto l’essere “simpatici a chi” o “antipatici a chi”.

Se essere simpatici significa illudere i diseredati con i “milioni di posti di lavoro”, “l’abolizione delle tasse” e i “megaponti” nel deserto, la distribuzione di “ottimismo” a buon mercato tra le macerie e magari anche imparare a raccontare barzellette, io dico che si può sempre andare al circo… ci costa sicuramente di meno.

Perché se dire cose di sinistra può alienarmi le simpatie di coloro che hanno trovato nella palude del “centro” l’esaltazione del loro tornaconto personale, allora speriamo che la sinistra resti antipatica per un bel pezzo.

Se essere “snob” significa avere il coraggio di dire cose diverse e originali rispetto alle correnti politiche di moda, allora speriamo di essere sempre più “snob” .

Se considerarmi diverso e moralmente più corretto rispetto a chi, decide di votare chi riesce meglio a far soldi, significa essere ammalato di senso di superiorità verso gli altri, allora speriamo che la malattia della sinistra si aggravi sempre di più.

Il problema della sinistra non è la sua simpatia o antipatia, ma il fatto che da un pò di tempo non riesce più a dire cose di sinistra, non riesce ad essere più originale, e in fondo in fondo il fascino degli affari l’ha contagiata.

Se essere meno antipatica le consente di sfondare al centro, la pone però in condizioni di perdere quegli elettori che erano disponibili a studiare per capire il “linguaggio astruso e oscuro” sapendo che dietro c’era la difesa degli oppressi.

Una sinistra sempre più governativa ma sempre più lontana da quelle persone felici di rappresentare la parte pulità di una società sempre più opportunista e individualista.