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C'E' SEMPRE UN MODO DIVERSO DI VEDERE LA REALTA'

Laboratorio Marchesato

” Accurriandu… prigandu! “

San Mauro è tutto un cantiere! L’estate ha portato una ventata di operosità che non si vedeva da anni. Forse perchè mai si era verificato che più opere si avviassero nello stesso periodo.
Ed ecco che alle strade occupate dai lavori per il metano si sovrappongono i lavori per i marciapiedi che interessano l’altra parte del paese.
Come se non bastasse sono iniziati anche i lavori di recupero dell’area della Chiesa Matrice e, per sovrappeso, anche i lavori per il rifacimento del tetto della stessa chiesa.
E’ un continuo susseguirsi di mezzi meccanici, di operai all’opera, di reti di blocco del passaggio, di semafori e di betoniere che scaricano cemento.
Niente da dire… è proprio uno spettacolo oltre che un susseguirsi di disagi che però la popolazione sta stoicamente sopportando nell’ottica di un miglioramento della vivibilità futura del paese.
Forse non è proprio un cantiere a cielo aperto quello che i nostri emigrati avrebbero voluto trovare al loro ritorno per le ferie, ma, decisamente non se ne poteva fare a meno… “infatti in tutti i paesi moderni che si rispettino, è proprio in questo periodo che si concentrano i lavori.” “E se qualcuno non dovesse essere daccordo, questi è sicuramente uno che non ha girato il mondo, o un “disfattista” per principio.”
Noi che invece siamo cittadini modello diciamo si ai lavori a luglio e ad agosto e possibilmente anche nel periodo di Natale e Pasqua.

Quello che ci ha colpito in modo particolare è l’inizio dei lavori di recupero del centro storico che interesserà l’area intorno alla Chiesa Matrice.
Una parte del paese che finalmente diventerà a misura d’uomo e bella da vedere e godere.
Riusciamo a vedere dagli scavi che si stanno producendo quali saranno le aree interessate, anche se non abbiamo ancora avuto l’onore di vedere esposto il progetto per poterci meglio rendere conto di cosa stà per avvenire.
Soprattutto i residenti nella zona, visti i disagi che saranno costretti a sopportare per un periodo di 6 mesi (come riportato sull’ordinanza del Sindaco) avrebbero avuto il diritto, o la cortesia, di vedere il percorso che si stava per intraprendere.
“Ma anche queste sono solo le solite polemiche pretestuose di chi è invidioso dei grandi risultati di questa amministrazione e deve trovare un pretesto comunque per sparlare.”
In definitiva se qualcuno proprio ci tiene a vedere il progetto, non deve far altro che recarsi al comune, preparare una richiesta di visione degli atti in base alla legge sulla trasparenza degli atti delle amministrazioni pubbliche, aspettare la decisione degli organi competenti, e poi finalmente, (ma il finalmente lo dicono solo i polemici per principio) potrà godere interamente della vista del progetto completo.
E se qualcuno volesse fare delle osservazioni non deve far altro che aspettare la fine dei lavori perchè solo allora le risposte possono essere esaurienti.
Del resto saremmo proprio degli incontentabili se oltre a vedere pretendessimo anche di criticare eventuali scelte che, essendo stati fatti da un’amministrazione così amorevole e premurosa nei confronti dei suoi cittadini non possono che essere positive e lungimiranti.

Sono lontani i tempi in cui quel “pseudorivoluzionario” e “pseudodemocratico” di Giovanni Frandina metteva esposti i progetti di ristrutturazione delle zone del paese con sei mesi di anticipo.
Ma lui lo faceva non per amore di dibattito democratico, ma perchè, essendo un non decisionista voleva il conforto dei cittadini per essere sicuro di fare le cose giuste.

Ma volete mettere la differenza tra eterne e inconcludenti discussioni e i sistemi moderni del comprare a scatola chiusa?
Sono lontani anche i tempi in cui la fiducia si concedeva solo a Galbani… oggi la fiducia bisogna concederla anche agli amministratori che stanno li per noi, salvaguardando, preservando, difendendo e valorizzando il bene pubblico.
E a qualcuno non venga in mente di vedere dietro questa mancata esposizione un tentativo autoritario di imposizione delle scelte, solo perchè il sindaco è di destra, perchè sarebbe irriguardoso nei confronti di un partito che ormai ha superato la fase dei cittadini “usi ad obbedir tacendo”.
Se non fosse questa la filosofia che domina oggi in questa amministrazione, non si capisce allora perchè i cittadini dovrebbero essere costrette a vedere marciapiedi dove ci sono “rampe” e “conette” o dove sono solo su un lato della strada, o dove si sono costruite “scacchiere i cui scacchi viventi sono i cittadini. fontane dove invece ci sono solo docce, recuperi del centro storico dove ci sono solo pavimentazioni.

E a proposito di lavori “accurriandu prigandu” non sarebbe stato meglio pensare a un lavoro di restauro del tetto della Chiesa che prevedesse anche la demolizione di quel residuato di architettura terzomondista che si trova sopra il campanile a sostenere le campane?
Sappiamo che i soldi non sarebbero certo bastati, ma nessuno degli assidui parrocchiani a provveduto ad informare il nostro parroco sulla generosità dei cittadini di San Mauro quando si tratta di chiese?
Nessuno dei solerti frequentatori della chiesa ha provveduto a raccontare al nostro parroco con quali soldi si è ristrutturato il Santuario del Soccorso?
Oppure dobbiamo pensare che i progettisti del piano di “recupero” del centro storico hanno tenuto conto proprio delle travi in cemento armato per redigere il progetto che sta iniziando in questi giorni.
Avranno pensato che quell’esempio di architettura ibrida fosse un tentativo futuristico di commistione di antico e moderno che sarebbe stato utile conservare insieme al resto.
E come dargli torto… la loro tesi potrebbe sempre trovare riscontro nell’assenza totale, nel mondo civile, di un caso simile.
Ci potrebbe addirittura essere qualcuno che, più lungimirante di noi “c’avimu i scoli vasci” si arrischi, oggi o domani, a promuovere una petizione all’ONU perchè il suddetto esempio di arcitettura post moderno venga preservato dichiarandolo patrimonio dell’umanità.
Solo in questo modo saremo sicuri di lasciare alle future generazioni di San Mauro e del mondo un segno tangibile della filosofia dell’“accurriandu prigandu”