IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

A rasa, a rasa!

Quante volte ce lo siamo sentiti ripetere da bambini e in un mondo in cui l’unico pericolo poteva venire dai muli e dai ciucci che, tra l’altro, erano sempre troppo carichi e stanchi per pensare di deviare dal loro percorso al centro della strada. Eppure il grido era sempre l’ultimo prima di superare la porta di casa, immancabile sulla bocca della madre: A rasa, a rasa figghjiarì. Che poi per le signorine era anche a doppio senso: voleva dire non soltanto di camminare accanto al muro, ma soprattutto di non scantonare in percorsi non voluti o non visibili. Era una forma del riga dritto che si applicava alle ragazze riguardo alla possibilità di dare confidenze ai ragazzi, ma che aveva un valore ancora più simbolico nei confronti dei ragazzi che si affacciavano alla vita e che sulla bocca del padre diventavano anche: Allineati e coperti! Statti vurpignu, U durmiri! L’elemento […]