IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

Cartolina da San Mauro

Per tutti quelli che…. Noi al Nord noi si fa la differenziata da una vita… Oh yeah! Per tutti quelli che…. Se sporchi al Nord ti fanno la multa… Oh yeah! Per tutti quelli che…. Che da noi, al Nord, c’è sempre pulito… Oh yeah! Per tutti quelli che…. Da noi, al Nord, si rispettano le regole… Oh yeah! Per tutti quelli che…. Da noi, al Nord, non si sgarra… Oh yeah! Per tutti quelli che…. Il Sud non cambierà mai… Oh yeah! Per tutti quelli che…. Al Sud buttano la spazzatura sulla strada anche d’inverno… Oh yeah! Per tutti quelli che…. Passano sulla strada delle Serre e…. fanno finta di non vedere… Oh yeah!

Il forfait della memoria

“Ha dittu ca stà jandu a fruffè”… oppure… “oramai puazzu jiri sulu a fruffè”. Modi di dire della preistoria tecnologica a San Mauro. Il tempo in cui l’interruttore era “U buttuni” l’energia elettrica era “ra correnti” e il contatore era “U puntatori”. Per chi lo possedeva il contatore: quei pochi fortunati mortali che avevano la fortuna e le risorse per farselo attaccare. La maggioranza delle case andava a ” fruffè”: “quandu s’appiccijavanu i luci i fora, tandu trasiva ra correnti intra a casa”. E questo diventava un “modus vivendi che scandiva i tempi della casa, inesorabile come un rasoio e irreversibile come un processo naturale: a una certa ora tutto si fermava o iniziava e i tempi li decideva il timer della “cabina i di cruci”. Per la quasi totalità delle persone questo era un fatto non solo accettato ma considerato alla stregua di qualsiasi altro fatto naturale…in fondo anche […]

Un sorriso come regalo

Cicciu, u zzu Micu e ru zzu Giuanni, un trio che si faceva un baffo dei comici che impazzavano sul tubo catodico… una comicità naturale, una capacità istintiva di rispondere ” aru cugghjuniamiantu” che poteva produrre sketch di ore dal nulla. “U siattu i d’ Annina i mastru Maida era il palcoscenico naturale della loro ironia ma anche della loro bonomia che, per le persone che sapevano ascoltare, era anche la parte migliore di loro. E Ciccio, che sa giocare, oltre che ascoltare, riusciva a essere la loro spalla migliore. Tutto questo è solo nella nostra memoria e la fotografia rimane l’unico modo per farlo diventare documento: queste fotografie rappresentano quello che io definisco il legame tra il materiale e l’immaginario del nostro patrimonio culturale. La foto mi è stata concessa da Ciccio Cosco… che ovviamente ringrazio facendogli presente che, come al solito, io sono già andato!