IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

Ad Aprili u tti scuviriri ed a a Maju u canciari saju!

Nel mese di aprile non ti devi scoprire e a maggio non devi cambiare abito! Una delle tante massime che le nostre nonne utilizzavano per prevenire le intemperanze modaiole dei più giovani che ai primi calori primaverili tentavano di togliere gli abiti dell’inverno e soprattutto quelle fastidiosissime e pungenti maglie di lana. Così come fastidiosi erano il resto degli indumenti intimi come le calze di lana o i mutandoni “i pilusetta”. I malanni erano però in agguato e in quei tempi non c’era la mutua che copriva il mancato guadagno. Gli ammalati avevano un costo in tutti i sensi: il dottore, le medicine, ma soprattutto, gli ammalati non lavoravano e due braccia in meno, molto spesso erano determinanti per la stessa sopravvivenza. Non era quindi soltanto l’amore materno che faceva dire alle nostre nonne queste parole, ma le passate esperienze della brutta incidenza della malattia sul bilancio familiare, già di […]

L'abbattiri

-“Mi fà appicciari” –Micu “Purvira” u ssi putia regulari, ull’avia mai viduta tant’acqua. Puru i mutandi ormai eranu na cula e nnu riusciva mancu a pijari aria i tanti ch’era fitta l’acqua chi scindija. L’irtu i da “Rineddra” ormai però l’avia finitu e armenu u cc’era cchiù u piriculu i s’azzimbulari sutta chiri trempi appindinu. Ppi pocu ucci’avia lassatu i scarpuni intra chiru critacchiju e nnu lli paria veru ca nd’era nisciutu vivu. Ormai, na cula ch’era, putia puru pruvari ad arrivari finu a ra casa, tantu, trenta e trentunu, u cchijù l’avia fattu, ma tra l’acqua chi parica furzava ancora i cchijù, e ra gulia i si fumari finarmenti na sicaretta, a tentazioni i si firmari ad ancuna parti u ru lassava mpaci. A sicaretta sicuramenti era ra cosa chi u fricava primi i tuttu: ppi nenti u chiamavanu “purvira” ca nd’appicciava d’una arriti l’atra e ra vucca sua pariva nu focuni […]

I postini

Generalmente, quando si pensa a fare confronti tra il vecchio e il nuovo, tra ieri e oggi, la prima cosa che ci viene in mente di guardare sono le strade, le case, i negozi, gli abiti ecc. Difficilmente ci viene in mente di fare il confronto tra due persone. Persone, è ovvio, che rappresentano qualche aspetto della nostra realtà. questo perchè le persone in questione rappresentano aspetti così consuetudinari della nostra vita, che non riusciamo a percepire i cambiamenti se non dopo un’attenta riflessione. Riflettendo infatti ci rendiamo conto di come niente è più uguale e diverso, nello stesso tempo, della figura del postino. La funzione è sempre la stessa: portare la posta, ma Peppi u postinu, e Nuccio De Lorenzo sono nello stesso tempo la continuità e il cambiamento. Il contesto e le modalità con cui questa funzione si svolge, sono la misura più evidente del cambiamento e del […]