Disordine
C’era una volta un re, il cui nome nessuno poteva nominare, e neppure scrivere, e men che meno pensare. A dispetto di ciò egli esisteva, egli viveva, egli faceva sentire la propria presenza, rendeva concreto ogni indizio del suo essere, fugava ogni dubbio sulla propria illusoria figura, imponeva nei confronti di sé stesso un crescente rispetto. Ma le lapidi non lo ricordavano, i libri non lo descrivevano, le poesie non lo cantavano, gli affreschi non lo ritraevano, le statue non lo raffiguravano, gli elenchi non lo catalogavano, i giudici non lo chiamavano a testimonio, i saggi non lo presentavano a modello, i miseri non lo imploravano, le dottrine non lo contemplavano, le profezie non lo incontravano, le teorie non lo asserivano. Tutti ne sapevano l’essenza, tutti non potevano negarne in alcun nodo l’essere e l’esistere, al di là di ogni altra congettura scettica o problematica. Ma non esisteva memoria – […]