IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

A tilivisioni i di Carcagnuti

Con la televisione la secolare civiltà contadina si apriva all’ignoto e questo prendeva il posto della dura realtà circostante nelle discussioni e nei ragionamenti.” Pirniciuni “Nella metà degli anni Cinquanta cambiò l’ordine sociale, che i libri chiamano civiltà contadina e il cambiamento arrivò, quasi senza accorgercene…cambiarono le abitudini, gli orari, il mobilio, le disposizioni delle camere, e in alcuni casi persino gli spazi sui balconi. E’ in questo periodo che arriva lo strumento rivoluzionario che riuscì a frantumare quello speciale equilibrio fra natura e umanità per costruire il quale era stata necessaria prima una rivoluzione nel neolitico e poi una seconda nel medioevo: la televisione. C‘era già stata la radio che aveva rotto la secolare routine della tradizione orale e aveva sconvolto il costume dei giovani rispetto agli approcci amorosi e alla semplice socializzazione. ” ” Persino gli elettrodomestici come il frigorifero e la cucina, pur rivoluzionando la destinazione spaziale […]

A telivisioni i di cumpagni

La televisione, in fondo, era un semplice oggetto della cui utilità non si era per niente consapevoli, ne tanto meno si poteva dire che fosse utile alla sopravvivenza o al miglioramento della qualità della vita, bastava, però, accenderla, per ottenere l’attenzione di tutti davanti ad immagini e a suoni, che sconvolgevano il ritmo eterno della tradizione. Niente era in confronto alle macchine, di cui si favoleggiava nei capannelli serali e nelle pause del lavoro, capaci di far lievitare a dismisura, come per miracolo, i quintali di grano prodotti all’anno, capaci di sostituire in un colpo solo la forza di svariati cavalli e imprecisate braccia umane. Eppure, quando “”i compagni”” ne comprarono una per gli iscritti, gli amici e gli altri, la vita sociale del paese cambiò in un colpo solo e con la dirompente violenza di una macchina frantuma abitudini che non aveva avuto uguali nella storia secolare del paese. […]